Vivere la valle, dal tramonto all’alba: Chi ci ospita, ci accoglie, ci guida
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In una gara dai tempi diversi, come il Maira Occitan Trail 4×40, il riposo fra una tappa e l’altra può fare la differenza il giorno dopo sui sentieri. Per questo motivo l’ospitalità della valle, con le sue strutture, è parte integrante dell’esperienza: è come se gli alberghi, le locande, i B&B, i ristoranti, siano dei grandi ristori che vi accolgono dal tramonto all’alba del giorno dopo.
C’è un filo intrecciato, neanche tanto sottile, che lega tutte le strutture della valle e che la rende autentica. Questo filo è tessuto dal senso di famiglia, dalla tradizione e l’innovazione sapientemente unite, dalla sincerità, dalla sensibilità.
Per questo motivo, nel raccontarvi il sentimento che governa il Maira Occitan Trail e il turismo in Valle Maira in generale, non si può prescindere dal parlarvi di alcuni posti dove potrete mangiare, bere, riposare. E soprattutto non si può prescindere dal presentarvi le persone che rendono alcuni di questi “ristori” dei posti unici.
Ecco, partendo dalla bassa valle e andando verso su, i posti dove ho dormito durante il mio “Viaggio dei sensi” e le persone che hanno arricchito questo viaggio offrendomi un’ospitalità sincera e rigeneratrice.
Augusta e Luca, Casa Bart
A Villar San Costanzo, vicinissimo alla Riserva dei Ciciu da cui partirà la 4×40, ho avuto l’occasione di dormire a Casa Bart, B&B di recente apertura.
Qui, ad accogliermi, c’erano Augusta e Luca che con le loro caratteristiche complementari sono l’anima di Casa Bart.
Augusta è accogliente, creativa in tutto e anche in cucina, dove si adopera nel preparare colazioni sane e sfiziose, perfette per iniziare una giornata all’insegna dello sport. Si, perché a Casa Bart lo sport è veramente al centro dell’esperienza, grazie soprattutto a Luca.
Luca è un vulcano di energia, di passione per la montagna e per lo sport che non riesce – e non vuole – trattenere. Dispensa consigli, e condivide volentieri i segreti che gli hanno svelato le montagne che tanto ama.
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Melissa e Simone, Il Campo della Quercia
A pochi chilometri di strada da Pagliero, borgata di passaggio dei percorsi occitani e della prima tappa della 4×40, sorge un’oasi di pace: la locanda il Campo della Quercia, che mi ha ospitata per una notte.
Qui, vive la famiglia di Melissa che qualche anno fa ha portato avanti un grande sogno: far diventare la vecchia cascina dei nonni in una locanda che offre un’ospitalità sincera e far crescere in montagna le figlie sue e di Simone, che l’ha aiutata a realizzare questo sogno.
Il regno di Melissa è la cucina, da cui escono piatti tradizionali rivisitati sapientemente e adattabili a tutte le esigenze alimentari, mentre Simone serve ai tavoli, spiega, aiuta a districarsi nella rete dei sentieri che partono dalla locanda e lungo cui si possono fare passeggiate con la famiglia o impegnativi giri di trail running e mountain bike.
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Angelica e Andrea, Al Torch
Visto che in valle tutto e collegato, prima o poi certi nomi ritornano. Avevamo già conosciuto Angelica quando vi abbiamo parlato dell’Ape Maira, e ora la ritroviamo qui, a gestire insieme a suo marito Andrea la locanda Al Torch, a Stroppo, luogo di arrivo della prima tappa della 4×40 e partenza della seconda.
L’ospitalità che offrono Angelica e Andrea è genuina, così come la cucina che oltre ad essere tradizionale, è fatta con materie prime locali e arricchita da qualche sapore che arriva da lontano.
Anche qui, si respira un senso di famiglia che non compromette il benessere dell’ospite, ma che anzi, lo incrementa. Infatti dopo che Andrea e Angelica hanno finito di preparare e servire la cena, aiutano la figlia a finire i compiti assegnati dalla scuola pluriclasse che frequenta insieme ad altri, pochi figli della valle.
Andrea, oltre ad essere locandiere e padre, è un grandissimo appassionato di sci alpinismo e sport outdoor. Se avete in mente qualche tour, non potete che chiedere a lui!
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Marco, Lou Pitavin
L’ultimo giorno della mia visita in Valle Maira ho avuto l’occasione di conoscere un punto fermo dell’ospitalità locale: Marco e la sua locanda occitana Lou Pitavin.
Lou Pitavin sorge nei 1300 metri di quota di Marmora ed è un luogo dove ci si prende un momento per se stessi, dove si abbraccia la natura che avvolge la pietra ed il legno, dove si assaporano piatti tradizionali portati ai giorni d’oggi e tramutati in delizie per il palato. Qui, i sensi non possono riposare perché stimolati, ma trovano senz’altro pace nel respirare l’odore del legno di cembro con cui sono costruite le stanze o nel sentire il rumore del torrente che scorre nella notte.
Visto che il Maira Occitan Train è un cerchio, che non si chiude, nel parlare di Marco non si può che ricordare che è tra gli ideatori, tra i primi sognatori della gara. Marco è una valanga (parole non mie, ma di chi lo conosce bene) di iniziative e crede in un turismo sostenibile, destagionalizzato e legato alla natura e agli sport outdoor.
Vuole una valle aperta ma che resti autentica nella sua essenza. Autentica come la sua ospitalità e quella della sua famiglia.
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